La rivoluzione digitale che da anni coinvolge ogni aspetto della nostre vite ci costringe ad analizzare e rivalutare alcune pratiche che sembravano consolidate quando non scontate.
Con la nascita e la diffusione delle criptovalute, è stato necessario rivedere le norme che regolano i movimenti di denaro. Compresi quindi eredità e successioni.
Come si gestisce l’eredità di criptovalute?
Prima di addentrarci nell’argomento è importante chiarire alcuni aspetti. Esistono due tipologie di beni digitali: non patrimoniali e patrimoniali.
Nella prima categoria rientrano tutti i beni digitali che non possiedono un valore economico ma solamente affettivo e personale. Alla seconda categoria appartengono invece i beni – sempre digitali – quantificabili da un punto di vista puramente economico.
I beni digitali patrimoniali per antonomasia sono le criptovalute: Bitcoin, Ethereum e le altre 10.000 criptovalute presenti oggi sul mercato (fonte).
Ma come si gestisce un patrimonio digitale?
Esistono diverse situazioni. È possibile gestire il proprio patrimonio digitale in diversi modi:
- Attraverso alcuni strumenti finanziari, come fondi comuni d’investimento, futures e certificati che abbiano come sottostante il valore della criptovaluta
- Aprendo un proprio account presso una banca oppure online. In questo caso, la moneta cartacea può essere convertita in criptovaluta e viceversa. La chiave di accesso è conservata dall’utente secondo le sue modalità preferite, che possono variare dalla nota su un semplice foglio fino all’accesso attraverso appositi software di gestione e conservazione del codice di accesso
Cosa succede in caso di successione?
Se l’investimento in criptovalute è stato effettuato dal de cuius mediante l’acquisto di uno strumento finanziario come un fondo d’Investimento, l’acquisizione del suo possesso da parte dell’erede può essere semplice. Viceversa, risulta molto più complessa la situazione in cui la criptovaluta sia stata posseduta dal de cuius tramite un acquisto diretto con conversione di denaro reale in criptovaluta.
Esistono diversi casi. Analizziamo i primi due, più complessi, per arrivare fino alla situazione più semplice:
- Le criptovalute sono detenute attraverso un wallet. In questo caso, si tratta di superare le normali – e non sempre facilmente aggirabili – problematiche che si verificano ogni qualvolta si tratta di accedere a un file protetto. Dunque, in primis, il recupero della password, sia per l’accesso al file che al programma stesso
- Le criptovalute sono detenute attraverso un wallet hardware. Oltre al reperimento delle chiavi private, sarà in questo caso necessario reperire anche lo stesso hardware token. Come accade, ad esempio, nel caso di accesso a un conto bancario.
La situazione, però, può rivelarsi più semplice. Nel caso in cui la criptovaluta sia detenuta da un exchange, si potranno applicare le norme previste e quindi accedere al profilo del deceduto (Regolamento UE 679/2016 sul trattamento dei dati personali e D. lgs. 196/2003).
Comunque – per quanto possa sembrare banale ma pur sempre caratteristico dell’universo web – il metodo più semplice per accedere alle criptovalute depositate è quello di possedere tutte le chiavi di accesso, preventivamente comunicate dal deceduto. A quel punto, sarà possibile accedere ai conti attraverso i diversi dispositivi informatici (pc, smartphone, tablet).
In sostanza, come avviene per qualsiasi altra tipologia di successione, è importante muoversi con il giusto anticipo e seguendo i giusti consigli. Onde evitare spiacevoli perdite di denaro, sia cartaceo che virtuale.
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