Ultimo aggiornamento: 21 ottobre 2024
Gli investimenti mobiliari sono uno degli elementi degli asset patrimoniali. Scopriamo insieme le norme che regolano la successione dei fondi comuni di investimento.
Iniziamo dalle definizioni. Secondo il Testo Unico della Finanza, il fondo comune di investimento è “un organismo di investimento collettivo del risparmio costituito in forma di patrimonio autonomo, suddiviso in quote, istituito e gestito da un gestore”.
In altri termini, si tratta di istituti di intermediazione finanziaria realizzati con l’obiettivo di investire i capitali raccolti dai risparmiatori.
Sono tre i principali soggetti coinvolti:
- I fondisti, ovvero i risparmiatori che investono in quote del fondo
- La società di gestione del fondo
- Le banche depositarie, dove sono materialmente conservati i titoli del fondo
Cosa succede quando ci si trova di fronte a un’eredità che comprende anche le quote di fondi comuni di investimento? E Come funziona la successione dei fondi comuni di investimento cointestati?
Successione fondi comuni di investimento
In caso di decesso del detentore delle quote di fondi comuni di investimento, gli eredi ne diventano i nuovi proprietari, così come accade per gli altri beni mobili e immobili. Questo vale anche per quanto riguarda la successione dei fondi comuni di investimento cointestati.
Rimane invariata la tassazione. Gli utili che derivano dall’investimento in fondi comuni sono soggetti all’aliquota fiscale del 26%, ridotta al 12,5% per la parte derivante dai titoli di stato italiani e simili.
Spetta inoltre agli eredi versare l’imposta di successione sul valore delle quote, calcolato al momento del decesso del precedente detentore.
Con l’ordinanza 22.181 del 14 ottobre 2020, la Corte di Cassazione ha inoltre stabilito che “le quote dei fondi di investimento mobiliare non rientrano nella nozione di denaro, gioielli e mobilia […] sicché esse concorrono, analogamente agli altri beni dell’attivo ereditario, nella determinazione della base di calcolo della ulteriore percentuale del 10% prevista dalla suindicata disposizione”.
Questo significa che il trasferimento di titoli di stato per successione non è equiparato al denaro ma rientra nell’attivo ereditario.
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