capital gain, heritage wealth

Capital Gain: applicazione e tassazione

È conosciuto anche come guadagno in conto capitale o utile di capitale. In questo articolo approfondiamo il tema della tassazione del Capital Gain.

Iniziamo dalle definizioni. In base all’articolo 5 della Legge n 448/2001, con Capital Gain si intende la differenza tra prezzo di acquisto  e prezzo di vendita, ovvero una plusvalenza costituita dalla differenza tra il prezzo percepito all’atto della cessione della partecipazione e il costo d’acquisto al lordo degli oneri accessori. 

Il Capital Gain è quindi il differenziale positivo (guadagno) derivante dalla vendita di un’attività finanziaria acquistata in precedenza. Si tratta dunque di cessioni avvenute a titolo oneroso. 

Il Capital Gain prevede tre diversi regimi di tassazione:

  • Il regime della dichiarazione
  • Il regime del risparmio amministrato
  • Il regime del risparmio gestito

Applicazione del Capital Gain

La tassazione del Capital Gain – classificato tra i redditi diversi di natura finanziaria – prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi pari al 26%, pagabile utilizzando il codice tributo 1100 con modello F24.   

Il Capital Gain viene applicato:

  • Alle persone fisiche residenti in Italia, nel caso non derivi da attività di impresa, lavoro autonomo o lavoratore dipendente
  • Alle società semplici 
  • Agli enti non commerciali
  • Ai soggetti non residenti in Italia, se la cessione è stata comunque effettuata nel nostro Paese

È importante ricordare che, se si esercita attività di impresa, non è prevista alcuna tassazione del guadagno di capitale. 

È infine importante sottolineare che se il soggetto è fiscalmente residente all’estero e la transazione è stata effettuata fuori dai confini italiani, per il Capital Gain non è prevista la tassazione in Italia ma nello Stato di residenza fiscale del soggetto.

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