Ultimo aggiornamento: 21 ottobre 2024
È conosciuto anche come guadagno in conto capitale o utile di capitale. In questo articolo approfondiamo il tema della tassazione del Capital Gain.
Iniziamo dalle definizioni. In base all’articolo 5 della Legge n 448/2001, con Capital Gain si intende la differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita, ovvero una plusvalenza costituita dalla differenza tra il prezzo percepito all’atto della cessione della partecipazione e il costo d’acquisto al lordo degli oneri accessori.
Il Capital Gain è quindi il differenziale positivo (guadagno) derivante dalla vendita di un’attività finanziaria acquistata in precedenza. Si tratta dunque di cessioni avvenute a titolo oneroso.
Il Capital Gain prevede tre diversi regimi di tassazione:
- Il regime della dichiarazione
- Il regime del risparmio amministrato
- Il regime del risparmio gestito
Applicazione del Capital Gain
La tassazione del Capital Gain – classificato tra i redditi diversi di natura finanziaria – prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi pari al 26%, pagabile utilizzando il codice tributo 1100 con modello F24.
Il Capital Gain viene applicato:
- Alle persone fisiche residenti in Italia, nel caso non derivi da attività di impresa, lavoro autonomo o lavoratore dipendente
- Alle società semplici
- Agli enti non commerciali
- Ai soggetti non residenti in Italia, se la cessione è stata comunque effettuata nel nostro Paese
È importante ricordare che, se si esercita attività di impresa, non è prevista alcuna tassazione del guadagno di capitale.
È infine importante sottolineare che se il soggetto è fiscalmente residente all’estero e la transazione è stata effettuata fuori dai confini italiani, per il Capital Gain non è prevista la tassazione in Italia ma nello Stato di residenza fiscale del soggetto.
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