Ultimo aggiornamento: 21 ottobre 2024
Come fare, cosa prevede la legge, quando si paga l’imposta di successione. Approfondiamo la successione dei titoli azionari e degli strumenti finanziari.
Il patrimonio può essere composto da tante componenti. Nel corso di una vita di lavoro, una persona può decidere – in base ai propri interessi, all’esperienza o ai consigli di un professionista – di diversificare gli investimenti.
Immobili, azioni, titoli di stato, polizze vita, opere d’arte. Tutto contribuisce a creare un patrimonio. Oggi vogliamo approfondire il tema della successione del portafoglio finanziario.
Passaggio generazionale dei titoli azionari
Iniziamo con alcune informazioni pratiche. Al momento della successione, il mandato viene estinto. Il conto deposito titoli e tutti gli strumenti finanziari del defunto vengono trasferiti agli eredi. Gli eredi possono decidere di proseguire con l’attività finanziaria oppure liquidare il portafoglio, ma solo con l’accordo di tutti gli aventi diritto. Se il mandato è cointestato, il cointestatario può disporre liberamente della quota di sua competenza.
La valorizzazione dei titoli del portafoglio del defunto deve essere effettuata dagli eredi. La determinazione del valore fiscale viene calcolata in maniera differente, a seconda che si tratti di:
- Titoli quotati in borsa
- Azioni e titoli o quote di partecipazione al capitale di enti diversi dalle società, non quotati in borsa o negoziati al mercato ristretto
- Obbligazioni
Sul passaggio generazionale di alcuni strumenti finanziari si applica l’imposta di successione. La tassazione riguarda anche le quote o le azioni di fondi comuni di investimento e di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR).
Sono invece esenti dall’imposta di successione i titoli di debito pubblico italiano, i titoli di stato di paesi appartenenti all’Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo e i titoli equiparati (come BEI e BIRS).
Va ricordato che gli eredi si fanno carico anche dei debiti e delle passività del defunto. Queste comprendono, per esempio, i mutui, i prestiti, le fideiussioni e le ipoteche. Il carico è proporzionale alle quote ereditarie. I beneficiari possono estinguere in anticipo il debito residuo o accollarsi l’intestazione delle passività.
All’interno del patrimonio possono inoltre essere presenti le polizze vita. Queste vengono liquidate in favore del beneficiario designato nella polizza, anche se non si tratta di un erede. Le polizze vita sono esenti dall’imposta di successione.
Esiste poi il tema più ampio del passaggio di quote di aziende, di cui abbiamo parlato in questo approfondimento.
Il conto corrente
Chiudiamo con una panoramica pratica sul conto corrente. Al momento del decesso, il conto viene congelato dalla banca in attesa di informazioni sugli eredi.
Il congelamento riguarda anche le deleghe autorizzate in vita dal defunto a soggetti terzi. In caso di conto cointestato, l’oggetto dell’eredità sarà solo la quota di proprietà del defunto.
Gli eredi possono decidere di disinvestire la liquidità del conto corrente. In questo caso, l’ammontare spettante a ogni erede verrà liquidato sui rispettivi conti.
In presenza di minori o interdetti è necessario presentare l’autorizzazione del giudice tutelare.
Ecco infine i documenti da portare in banca:
- Certificato di morte in originale
- Atto notorio in originale oppure dichiarazione sostitutiva di atto notorio in originale
- Copia di un documento di identità e codice fiscale di tutti gli eredi
- Testamento ove presente
Immagine via Unsplash