La famiglia proprietaria del colosso internazionale del beverage è stata al centro di una successione finita più volte in tribunale. Scopriamo di più.
L’aperitivo più famoso d’Italia
Con circa tre miliardi di euro di ricavi nel 2023, il gruppo Campari è senza dubbio una delle realtà più importanti dell’industria beverage a livello globale. La sua storia inizia nell’800 con il fondatore, Gaspare Campari. Nel corso dei decenni l’azienda è cresciuta costantemente ed è rimasta di proprietà della famiglia Campari fino al 1982, quando è stata acquisita da Domenico Garavoglia. Dal 1994 al timone del gruppo si trova il figlio, Luca Garavoglia.
Gli eredi della famiglia Garavoglia sono tre: Luca, Alessandra e Maddalena.
Luca e Alessandra, attraverso la holding Lagfin, controllano il 54% del gruppo.
Le tappe della vicenda
Nel 2000 Maddalena Garavoglia fa causa ai fratelli e alla madre, accusandoli di essere stata estromessa dall’azionariato del gruppo. Il processo si conclude nel 2006 con una transazione di 100 milioni di euro a suo favore.
Nel 2016 la madre, Rosa Anna Magno, muore nominando eredi universali Luca e Alessandra, che ottengono il patrimonio completo stimato in 3,3 miliardi di euro.
In Italia l’eredità è regolata dalla c.d. quota di legittima, che assegna una percentuale del patrimonio a ogni singolo erede. Possono esistere tuttavia delle eccezioni – come in questo caso – quando il patrimonio è composto da asset complessi.
Nel 2017 Maddalena apre un nuovo fronte legale con l’accusa di essere stata esclusa dall’inventario del patrimonio della madre. Il processo si conclude nel 2022 con l’assoluzione degli imputati: il notaio, il fratello della deceduta – esecutore testamentario – e il procuratore di Luca e Alessandra.
Nel corso degli anni sono state istituite diverse cause civili per la successione della madre.
Nel 2023, infine, la holding Lagfin – controllata da Luca e Alessandra – ha definito un contenzioso corrispondendo a Maddalena un importo complessivo di 50 milioni di euro.
Conclusioni
La successione è un momento complesso e delicato, che può riaprire ferite e divergenze spesso insanabili. A prescindere dalle dimensioni del patrimonio, è importante pianificare il passaggio generazionale tenendo conto di tutte le possibili criticità che possono sorgere durante il percorso.
In questo modo è possibile passare il testimone – e il relativo patrimonio – nel migliore dei modi possibili.